Celebrazioni e Incontri Spirituali

Gennaio 2019 – Mese della Pace

“La buona politica è al servizio della pace”

Il 1 Gennaio 2019 abbiamo celebrato la 52 Giornata Mondiale della Pace: il tema di quest’anno è “La buona politica è al servizio della pace”.

Programma 2019 – XXVI edizione:
Domenica 13 Gennaio – MARCIA DELLA PACE
Ritrovo alle ore 14.30 a Mariano presso la parrocchia Sacro Cuore per un momento di animazione per i ragazzi e incontro-testimonianza per gli adulti.
Alle ore 15 avvio della marcia che proseguirà lungo le vie di Mariano fino al Palasanrocco all’Oratorio San Rocco. Interverrà don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio, da sempre in prima linea sul fronte dell’accoglienza dei migranti e dell’aiuto agli ultimi.

Venerdì 18 Gennaio – INTERVENTO DON RENATO SACCO
A Cantù presso la Cassa Rurale e Artigiana, in sala Zampese, intervento di don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Cristi, sul messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale della Pace 2019 (testo integrale sul sito)

Approfondimenti:

Non vorrei iniziare il nuovo anno con un’affermazione pessimista, che cede alla fin troppo facile litania di lamentele verso la vita: «Non c’è mai pace in questo mondo, nella società, negli stadi, in parlamento, nelle famiglie... nei nostri cuori!».
Al contrario vorrei raccogliere la provocazione a credere e a lavorare per la pace che ci viene dalle festività natalizie e dalla eco che ne fa la Chiesa, obbediente al comando del suo Signore: «Pace a questa casa!». Gesù precisa: «Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui» (Lc 10,6). Chi è vero figlio della pace? Quali condizioni ne permettono la crescita?
Non c’è pace... senza SILENZIO. Non è solo il silenzio delle armi, ma il
silenzio delle discussioni inutili e non produttive. Non è il silenzio dell’omertà complice e della neutralità diplomatica che mai si compromette, ma il silenzio dell’ascolto e della ragionevolezza che sole penetrano le situazioni e azzerano sul nascere l’energia distruttiva dei conflitti. Nessuna parola viene registrata dai protagonisti del primo Natale: Maria, Giuseppe, i pastori, i magi non sprecano le parole... semplicemente tacciono! E neppure fanno come gli “ipocriti” «che vanno tutti i giorni in chiesa e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente». (Francesco)
Non c’è pace... senza CORAGGIO. Tutti hanno a che fare con le paure. Paura di non essere capiti. Paura della cattiveria della gente. Paura di non farcela. Paura per la sorte di Gesù. Paura del domani, della vecchiaia, della morte... Non si costruisce la pace solo dall’alto dei sommi principi che tutti condividiamo, ma anche dal basso con la rivoluzionaria denuncia di tutto ciò che è anti-Vangelo. Se la politica è l’arte del possibile, ascoltiamo il coraggioso richiamo di papa Francesco contro i vizi che mettono in pericolo la pace sociale: «la corruzione... la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio».
Non c’è pace... senza ACCOGLIENZA. La liturgia ripete in continuazione che Maria ha accolto il Verbo di Dio nel cuore e nel corpo. Prima nel cuore, perché accogliere è verbo della grammatica dell’amore. Dio non l’ha trattata (né lei si è mai sentita trattata) come un semplice contenitore, un “utero in affitto”. Proprio perché ha accolto il Figlio di Dio nel cuore e nel grembo, Maria ha accolto nell’apostolo Giovanni tutti i fratelli di Cristo che siamo noi. Così anche per noi: senza accoglienza non c’è pace. Se a Natale abbiamo accolto in noi il corpo eucaristico di Cristo, non possiamo non accogliere le membra del suo corpo mistico nei nostri fratelli più poveri, sofferenti, emarginati, profughi, rifugiati...
Dopo le celebrazioni del Natale facciamo ritorno alla vita solita come i Magi, augurandoci di ritrovare “un’altra strada”: quella della pace.
Don Luigi
"La responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, e in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare. Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture. Non c’è pace senza fiducia reciproca. E la fiducia ha come prima condizione il rispetto della parola data. L’impegno politico – che è una delle più alte espressioni della carità – porta la preoccupazione peril futuro della vita e del pianeta, dei più giovani e dei più piccoli, nella loro sete di compimento. Quando l’uomo è rispettato nei suoi diritti – come ricordava San Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacemin terris  – germoglia in lui il senso del dovere di rispettare i diritti degli altri. I diritti e i doveri dell’uomo accrescono la coscienza di appartenere a una stessa comunità, con gli altri e con Dio. Siamo pertanto chiamati a portare e ad annunciare la pace come la buona notizia di un futuro dove ogni vivente verrà considerato nella sua dignità e nei suoi diritti."
Dal sito Caritas Ambrosiana