I Domenica di Avvento – “Amen” del segno della croce
In questo tempo di Avvento ci proponiamo di valorizzare l’acclamazione “Amen”.
“AMEN – Vieni, Signore Gesù”
CELEBRARE L’ATTESA IN PREGHIERA
“Al termine della preghiera, tu dici: Amen, sottoscrivendo con l’Amen,
tutto ciò che è contenuto nella preghiera, insegnata da Dio”
(Cirillo di Gerusalemme)
Durante il percorso del nuovo anno liturgico che oggi inizia, vorremmo valorizzare tre semplici parole della preghiera, secondo le indicazioni della lettera pastorale del vescovo Mario che così scrive:
«Ho raccolto tre parole che ricorrono con frequenza nella celebrazione liturgica. Molti altri temi e approfondimenti possono ispirare la nostra vita e la nostra preghiera. Kyrie eleison, Alleluia, Amen possono indicare percorsi che lo Spirito suggerisce e che la liturgia richiama con frequenza per alimentare la partecipazione consapevole, affettuosa, intensa ai santi misteri, alla preghiera della Chiesa e a tutte le manifestazioni della preghiera cristiana».
In questo tempo di avvento ci proponiamo di valorizzare l’acclamazione AMEN nella celebrazione eucaristica.
La celebrazione eucaristica, dal segno di croce fino al congedo, è tutta una professione di fede. Lungo i secoli i cristiani non hanno sentito il bisogno di aggiungere nella messa una specifica professione di fede: era la loro partecipazione all’eucarestia la testimonianza più alta della loro fede. E tale resta oggi, anche in tempi di “post-cristianità”.
Tutti i gesti, gli atteggiamenti e le parole della Messa hanno un unico scopo: esprimere ed alimentare la fede. Una parola ritorna spesso durante la celebrazione: “Amen”, forma avverbiale che non è traducibile nella nostra lingua. Essa esprime un’adesione incrollabile che equivale a dire: “Sì, è così, è solido, io credo”.
Domenica 13 Novembre: “Amen” del segno della croce.
I presbiteri introducono questo “segno” e utilizzano il “saluto trinitario” all’assemblea.
Il primo momento della celebrazione eucaristica è la convocazione dell’assemblea, che generalmente avviene attraverso il suono delle campane. Bisogna imparare di nuovo ad ascoltare le campane: è la voce del Signore. Dobbiamo lasciarci condurre dal loro suono come attratti dolcemente dalla voce dell’Amato che ci invita: «Vieni, ti sto aspettando!».
Siamo dunque entrati nel luogo della celebrazione; il sacerdote – che rappresenta Cristo in persona – si è recato all’altare, lo ha baciato e si è recato alla sede. Ora inizia la Santa Messa con le parole: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», mentre tutti, in piedi, tracciano su di sé il segno della croce. È un gesto bellissimo: questo segno tracciato sul nostro corpo, unito alla risposta «Amen», è una vera professione di fede: dice che ci riconosciamo appartenenti al Signore, che siamo radunati nel suo Nome, e che siamo un riflesso del mistero della Santissima Trinità.
Poi il sacerdote, allargando le braccia per indicare che la presenza del Signore avvolge tutti nel suo amore, rivolge il saluto all’assemblea: «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi».
Il Signore Gesù, che ha offerto se stesso per noi in pura gratuità, il Padre, che nel suo grande amore ha sacrificato il suo Figlio per noi, lo Spirito Santo, Amore unificante che crea comunione, il Dio Uno e Trino, sia con tutti voi. Con questo saluto ci viene donato l’abbraccio della Santissima Trinità che, stringendoci a sé, ci unisce anche tra di noi. rispondendo: «E con il tuo spirito», indichiamo la nostra adesione al Signore e il desiderio di ricambiare questo amore, formando davvero tutti insieme una santa koinonia.
Siamo raccolti in ascolto della Parola di Dio, proclamata nell’assemblea liturgica.
E’ una Parola che chiama, invita alla sequela, annuncia una missione da compiere.
E l’Amen a cui tutti insieme risponderemo dopo il segno della croce è la dichiarazione di adesione, disponibilità, risposta personale alla vocazione, la risposta corale alla proposta di alleanza. (+ M. Delpini)
Signore nostro Dio,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
dégnati di convocarci ogni giorno
alla tua presenza,
per fare di noi, in Te,
un cuor solo e un’anima sola,
una dolce melodia
che diffonda attorno a noi
e in tutto il mondo
il soave profumo della tua Carità,
il mistero del tuo Essere Trino e Uno:
mistero ineffabile d’Amore,
fonte di pace e di gioia. Amen.
(A.M. Cànopi osb)