Gesti d'Avvento

VI Domenica di Avvento – “Amen” della benedizione conclusiva

In questo tempo di Avvento ci proponiamo di valorizzare l’acclamazione “Amen”.

“AMEN – Vieni, Signore Gesù”
CELEBRARE L’ATTESA IN PREGHIERA

Domenica 18 Dicembre: “Amen” della benedizione al termine della celebrazione Eucaristica
Si usa una delle forme di benedizione solenne.

La benedizione finale, nel nome della Trinità e con il segno della croce, si ricollega idealmente al segno della croce all’inizio della Messa. La formula Trinitaria è quasi identica: … Padre, del Figlio e dello Spirito santo”.
Ci riconosciamo appartenenti al Signore, radunati nel suo Nome, come riflesso del mistero della Santissima Trinità.
Potremmo immaginare ciò che si celebra, in mezzo a questa formula trinitaria di apertura e conclusione con il segno della croce, come un’inclusione che serve per far risaltare la celebrazione stessa in tutte le sue parti.
Tutte le parti della Messa sembrano formare una struttura concentrica il cui vertice è riconoscere Cristo che si dona a noi, nella liturgia della Parola e poi nella liturgia Eucaristica dove, con i diversi AMEN, spalanchiamo le braccia per accogliere la verità del mistero e poi impariamo a donare nella testimonianza.

In questo ultimo AMEN che pronunciamo, al termine di tutta la celebrazione, scopriamo che la benedizione è il dono di Dio per ciascuno di noi, e ci accompagna nella strada verso la vita eterna. Per Dio, “benedire” e “beneficare” sono una sola identica cosa: Dio desidera farci del bene, accompagnarci con il suo bene, la sua grazia, nel nostro agire.
Tornati all’esterno, il bene ricevuto sovrabbonderà dal nostro essere e diventerà annuncio per quanti incontreremo nel nostro camminare quotidiano.
La missione viene affidata a tutti i discepoli e riguarda tutta l’umanità perché tutti siamo introdotti nella vita di Dio. La missione è presentazione di una storia, quella di Cristo, alla quale ogni persona può prendere parte. Non si tratta di insegnare una dottrina, ma di offrire la possibilità di volgere lo sguardo verso Dio, per incontrare il suo sguardo denso d’amore.
L’evangelista Luca mostra Gesù, mentre sale al cielo, nell’atto di benedire i suoi discepoli. Questa benedizione sarà, per loro e per la Chiesa, il segno che li accompagnerà per le strade del mondo, dove annunceranno instancabili la passione e l’amore di Dio per l’uomo (kerigma).
Scrive sempre Luca che i discepoli stavano sempre nel tempio lodando Dio. Non è una contraddizione ma, lodare Dio è in riferimento alla missione che attinge forza e prende l’avvio stando con Dio.
Benedizione è comunicazione di vita; è alla base della trasmissione del Vangelo a tutte le genti.
Come il tempio per i discepoli, la Messa, per noi cristiani, diventa il luogo da cui si irradia l’annuncio.

Maestro, dimmi la verità della vita!
La verità prima della vita è questa:
la tua vita è benedetta da Dio.
E la verità seconda è questa:
tu vivi per essere una benedizione
per tutti quelli che ti incontrano.
Maestro, insegnami a pregare!
Tu prega così:
Padre nostro che sei nei cieli, Padre!
Sia santificato il tuo nome, Padre!
Venga il tuo regno, Padre!
Sia fatta la tua volontà, Padre!
Maestro, dimmi che cosa devo fare!
Non perdere oggi
l’occasione per amare.
Non lasciare che nessuno
vada via da te senza un sorriso.
Non sottovalutarti mai:
sei fatto ad immagine di Dio!
Non dimenticarti mai
della tua vocazione ad essere felice.

Buon Natale di Cristo Gesù.