Chiesetta San Francesco

di Gianfranco Lucca

La chiesetta di San Francesco, così come il santuario di San Rocco, è molto cara alla memoria dei marianesi, soprattutto ai più anziani, e tutti i nostri concittadini si augurano che i previsti lavori di ristrutturazione la possano restituire al culto.
E’ ricca di storia e di lì sono partiti i cortei che hanno accompagnato molti novelli prevosti nella prepositurale, appuntamento che non è stato possibile rispettare con l’ingresso dell’ultimo prevosto, don Luigi Redaelli.
La maestra Vittoria Re, cinquant’anni fa circa, alla chiesetta di San Francesco dedicava una sua lirica:

Si addestra nella muraglia spessa
e quasi ti sfugge. Non sono
di quaggiù le cose divine:
stanno celate alla vista,
anche se non al cuore, che inconsapevole
si affanna a ricercarle.
Se brillano, gli altari ti confondano;
se sono nell0ombra mite , ti esaltano.
Il Santo che illuminò la Verna
con luce di preghiera,
e la indorò di rinunce,
lo trovi anche qui, col volto
modesto delle anime granzi;
lo stenti in te stesso
e ardi, se lo ascolti
dello stesso fuoco.
Rombano su per l’erta
i motori fuggenti.
Non c’è tempo quaggiù di sostare:
il vortice della vita ti afferra.
Più tardi, quando uscirai
dal turbine inesorabile,
potrai sentire la presenza del Santo
che è già in te,
sopita come le braci nella cenere,
per esplodere nello sfolgorio della grazia.

Per ricostruire l’antica e importante storia della chiesetta è d’obbligo far riferimento all’articolo che il signor Renzo Mina aveva pubblicato nel 1993 sul bollettino della Biblioteca Comunale, al lavoro dello studioso concittadino Arnaldo Martegani pubblicato nel 1961 ed anche alla ricerca di due studenti del Politecnico di Milano, Alberto Ferrari ed Alessandro Spinato, presentata nell’anno accademico 1992/93 e gentilmente trasmessa alla nostra Biblioteca Civica.
Qui per motivi di spazio ci si limiterà a rammentare gli episodi salienti delle vicende vissute dal convento francescano marianese.
Nel secolo XII Mariano è capo di Pieve nel territorio del Ducato di Milano e, oltre alla Prepositurale ed al Battistero, vi si trovano anche le chiese di San Martino e San Francesco; non è certa invece la data di fondazione del santuario di San Rocco.
Della chiesa di San Francesco si sa che era sorta sui resti di un antico tempio dedicato a San Giorgio, come attestava una lapide che fino al XIX secolo ornava il portale d’ingresso e che recitava:

Col trascorrere degli anni la chiesa sarà oggetto di lavori che ne muteranno l’aspetto: la struttura romanica a tre navate lascerà il posto ad una sola navata centrale con ai lati otto cappelle dedicate alla Vergine Maria, a Sant’Antonio da Padova, all’Immacolata, al Crocifisso, all’Incoronazione ed a San Francesco. Inizialmente mancava il campanile; nel ‘600 ne fu eretto uno, demolito quasi subito poiché minacciava di crollare; quindi sarà costruito il campaniletto tuttora esistente.
L’annesso convento sarà affidato ad una comunità di Frati Francescani che vi dimoreranno con alterne fortune fino al termine del secolo XVIII, quando dal governo della Repubblica Cisalpina venne loro richiesto di contribuire alle spese della guerra con l’ingente somma di £. 6.300.
I poveri frati ricorsero allora ad un prestito presso il Monte Santa Teresa, l’allora prevosto, il rev. don Giovanni Perego, volle contribuire con £. 2.300, ma la somma raccolta non fu sufficiente a soddisfare le pretese del governo della Repubblica Cisalpina, i cui responsabili decisero pertanto di mettere all’asta la chiesa, l’annesso fabbricato ed i possedimenti terrieri del convento, costringendo tutta la comunità dei frati ad abbandonare il paese ed a trasferirsi a Casal Maggiore.
La chiesa e tutte le proprietà saranno vendute al banchiere milanese conte Ignazio Besana che verserà nelle casse governative la somma di £ 97.020.
Analoga sorte subirà la chiesa di San Rocco che verrà acquistata dai fratelli Francesco e Luigi Villa e poi ridotta ad abitazione.

La presenza dei frati era certamente ben accetta in paese, il convento elargiva elemosine ai poveri e ricovero ai viandanti; da un documento del 1788 si apprende anche che i monaci, in assenza di interventi pubblici nel settore scolastico, si prestavano all’insegnamento delle nozioni elementari ai ragazzi marianesi. Se ne ha la conferma dal verbale del Convocato del Comune di Mariano, chiamato a discutere sull’opportunità di deliberare la spesa suggerita dalla Regia Intendenza Politicadi Milano per l’istituzione di una Scuola nella chiesa di San Rocco.
La risposta sarà negativa poiché si riteneva che il comune fosse “…bastantemente provvisto di una Scuola che graziosamente si tiene all’uso normale da questi Padri di San Francesco…” e che “…non si avrà colla nuova scuola un maggior vantaggio e frequenza di quella che se ne abbia al presente nella scuola attuale trattandosi di un borgo tutto agricolo e che non presenta la necessità che in tempo d’inverno”.
In quella occasione la delibera era firmata dal Primo Deputato, il frate Ignazio Carozzi “Guardiano di San Francesco”, dagli altri due Deputati all’Estimo signori Giacomo Mauro e Francesco Antonio Besana e dal Regio Cancelliere Distrettuale Andrea Ratti.

Nell’anno 1925 la chiesetta e l’annesso convento passerà alla famiglia Mauri; alcuni degli attuali eredi in seguito cederanno le loro quote di proprietà della chiesa al comune di Mariano a cui ora spetterà affrontare l’onere dei lavori di restauro.
Infatti verso la fine del secolo scorso la struttura della chiesa manifesterà evidenti e pericolose lesioni che convinceranno i tecnici comunali a richiedere un sopraluogo di verifica della stabilità, che effettuato nel mese di Marzo 1999 dall’ing. Roberto Proserpio, stabilirà il divieto di accesso al pubblico in attesa degli urgenti lavori per la messa in sicurezza del fabbricato.
Nel 2010 in occasione della festa della Comunità San Francesco d’Assisi la chiesa è stata riconsegnata al culto e agli eventi culturali e religiosi della Comunità e della cittadinanza.